«Ancora non ci credo, non mi rendo conto di cosa sia successo. È un’emozione incredibile». Sono le parole di Giulio Carchidi, 18 anni, da Gasperina, un piccolo comune in provincia di Catanzaro. Giulio sta seguendo il percorso di alternanza scuola-lavoro con l’Avis Comunale di Montepaone ed è membro della Consulta Giovani dell’Avis Provinciale di Catanzaro. Da giovedì 11 marzo 2021 è uno dei 28 nuovi “Alfieri della Repubblica”, i giovani che il Capo dello Stato, Sergio Mattarella, ha voluto premiare per l’impegno e le azioni coraggiose e solidali con le quali si sono contraddistinti nel corso del 2020. Giovani che, come si legge sul sito del Quirinale, “rappresentano, attraverso la loro testimonianza, il futuro e la speranza in un anno che rimarrà nella storia per i tragici eventi legati alla pandemia”.
Tutto nasce da un video pubblicato sui suoi profili Facebook e Instagram: «Con la diffusione del Covid ho deciso di fornire anche io il mio sostegno alla campagna #Escosoloperdonare lanciata da AVIS Nazionale – racconta Giulio – per sensibilizzare quante più persone a fare la propria parte per assicurare scorte e terapie salvavita a chi ne aveva bisogno». Come spesso avviene in queste circostanze, il video è stato rapidamente condiviso non solo tra i contatti di Giulio in Calabria, ma anche tra suoi parenti e amici residenti in altre zone d’Italia: «Credo di non aver fatto niente di speciale, solo la cosa giusta per manifestare vicinanza e partecipazione alla collettività in un momento particolarmente difficile».
La motivazione dell’attestato recita così: “Per la sua generosa opera di volontario, divenuta particolarmente intensa nelle settimane del lockdown. Grazie al lavoro di promozione e di organizzazione svolto insieme al gruppo giovani dell’Avis ha contribuito alla raccolta del sangue in un periodo in cui ne era emersa una carenza”. La notizia sul fatto di essere stato nominato un “Alfiere” arriva a sorpresa: «Frequento l’ultimo anno di liceo classico (studia all’Istituto Sant’Antonio da Padova a Soverato, ndr) ed ero a casa a seguire la lezione a distanza – spiega – Poi a un certo punto su internet leggo questa notizia e inizio a scorrere l’elenco dei nomi indicati dal Capo dello Stato. Appena mi sono ritrovato lì in mezzo ho pensato fosse un caso di omonimia, non ci credevo: poi invece ho capito di essere io».
Appena la situazione lo permetterà, Giulio partirà alla volta di Roma per essere ricevuto al Quirinale e ritirare personalmente il prestigioso attestato. Nel frattempo prosegue nella sua attività di volontario in Avis: «La cosa che più mi è dispiaciuta è che, all’epoca del primo lockdown, ero ancora minorenne (ha spento 18 candeline il 20 dicembre scorso, ndr), quindi non ho potuto donare il sangue. Per fortuna ora l’età me lo consente e domenica 14 marzo effettuerò la mia prima donazione. Per me è un dovere – conclude – e sono orgoglioso di far parte di questa associazione. Il premio che il Presidente Sergio Mattarella ha voluto conferirmi non l’ho vinto io da solo, è un premio per tutta AVIS Nazionale»